Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha affermato che i siti web che utilizzano il servizio Google Analytics o servizi analoghi, senza le garanzie previste dal Regolamento UE 679/2016 (GDPR), violano la normativa sulla protezione dei dati perché trasferiscono negli Stati Uniti i dati degli utenti, e gli Stati Uniti sono considerati, in questa materia, un Paese pericoloso.
Nel suo comunicato, il Garante ha richiamato l’attenzione di tutti i gestori italiani di siti web, pubblici e privati, sull’illiceità dei trasferimenti effettuati verso gli Stati Uniti attraverso Google Analytics.
I fatti traggono origine da un reclamo presentato da un interessato (una persona fisica) nei confronti della società Caffeina Media s.r.l., che appunto utilizzava Analytics sul proprio sito.
Cosa fare quindi?
I Titolari potrebbero decidere di smettere di usare Google Analytics e non sostituirlo in alcun modo: moltissimi siti raccolgono dati che non usano, magari anche senza saperlo, potrebbe questa essere una buona occasione per fare un po’ di piazza pulita e smettere di incamerare dati a casaccio perché chissà prima o poi potrebbero servire.
Per il momento non possiamo che stare alla finestra, ed osservare quali saranno le prossime mosse del Garante e dei Big Tech, auspicando che questo (benedetto) accordo per il trasferimento dei dati negli Stati Uniti in presenza di adeguate garanzie veda al più presto la luce.